“L’ETICA È LA NOSTRA ARMA, IL RIFIUTO È LA NOSTRA STRATEGIA”.

Claudio Calvetti

PITTORE

Sono passati quasi cinquant’anni. I miei risparmi se ne andavano quasi tutti in dischi e in libri d’arte, che acquistavo in una libreria economica nella seconda Via Grande di Livorno.

Un altro luogo di acquisizione del materiale delle mie passioni, era un’edicola di Adriano, a Colonnella…quella ancor oggi rimasta aperta, dove, oltre al mensile. corredato da un disco,  Musica Jazz, prenotavo, di volta in volta,  i fascicoli dei Grandi Pittori….o di  Conoscere l’arte…o di Scuola di Pittura…o Disegnare & Dipingere, oltre ad Arte Mondadori.

 

Sulla scorta dei miei acquisti, Adriano mi chiese se fossi stato appassionato di arte e dopo il mio si e che anzi da un po’ di tempo avevo iniziato a dipingere, mi confessò che anche lui si dedicava alla mia stessa passione.

Io abitavo li vicino, in via Montegrappa e da quel giorno l’edicola diventò un mio punto di riferimento, dove quotidianamente trascorrevo buona parte del mio tempo libero, parlando con lui di pittura.

Di li a poco, sentendoci parlare, si unì a noi un altro amico,  Federico Cresci, che era già un pittore affermato.

Ricordo con piacere quando volle venire a cada mia a vedere i miei dipinti e mi incoraggiò, con poche piccole indicazioni.

Intanto Adriano, mi invitò a casa sua, in Via Carlo Bini, dove periodicamente, grazie ad una piccola gipsoteca, nella quale spiccava una testina di Venere, aveva uno studio dove si esercitava sotto la guida si Maria.

Già, Maria; un bellissimo ricordo di questa splendida signora molto matura, con uno spirito ed un’eleganza incredibili.

La prima volta che incontrai la sua minuta figura, indossava elegantissime scarpe di rettile, calze violetto, uno sgargiante cappottino verde permanente e capelli sciolti, grossi, leggermente mossi rosso rame, che. aprendosi leggermente,  non arrivavano alle spalle.

L’accento emiliano; col sorriso sempre sulle labbra, mi confessò che per oltre vent’anni era stata assistente del maestro Virgilio Guidi…e, considerate le sue qualità artistiche, con le quali correggeva i nostri errori, non si poteva non crederle.

Lavoravamo con i carré sanguigna della Contè e quando decideva di mostrarci qualche esempio, lo faceva con una leggerezza  e semplicità sbalorditive, centrando, con sicurezza, alla prima le proporzioni e riuscendo a dare espressività al segno; per non parlare delle fasi successive, dove inseriva i valori tonali.

Questa cosa durò qualche mese, arricchendomi non poco. Per un po’ di tempo, sono anche andato con Adriano, nei momenti liberi; a dipingere la natura dal vero utilizzando i colori ad olio.

Ho continuato poi da solo, studiando e aiutandomi con i manuali Hoepli, in particolare il Piva e il Parramon.

Sono andato avanti così per alcuni anni, intervallati da periodi, più o meno brevi di riflessione, sperimentando vari tipi di supporto, tela, compensati, cartone riciclato; ma anche tecniche diverse, come ad esempio l’acquerello.

Poi, nei primi anni duemila, casualmente, una sera, capitai a Villa Trossi Uberti dove era in corso l’esposizione di fine anno degli allievi ai corsi.

Incuriosito chiesi come poter partecipare, anche per rendermi conto della correttezza del percorso sin li fatto quasi autonomamente.

Mi fu risposto che non era possibile partire subito dalla pittura; ma che sarebbe stato necessario un corso propedeutico di disegno.

Fu così che mi iscrissi, praticando per qualche anno. oltre al disegno, tutte le tecniche ad acqua; ma anche quelle dell’incisione.

Mi ero affezionato alla Trossi; soprattutto per la condivisione dello spazio  e per il confronto con altri pittori.

Ed è proprio in questo clima che, una ventina di anni fa, nonostante una mia ritrosità iniziale, fui convinto da due amici, Fernando e Giovanni, a partecipare al premio Rotonda con i miei dipinti Jazz. Dipinti Jazz si, perché, nel frattempo, era scattata la scintilla che aveva unito le mie due passioni, la pittura e la musica, rendendo quasi monotematici i miei lavori.

Ho iniziato a cercare di cogliere l’espressività dei soggetti che rappresento, solitamente, ma non esclusivamente, durante il loro massimo impegno esecutivo.

I miei dipinti sono di dimensione medio grande; diciamo tra i 60×80 al 100×150.

Soprattutto in considerazione del tema, questi trovano spesso collocazione, oltre che in galleria; anche in numerosi luoghi dedicati alla musica in ogni suo aspetto.

Da anni collaboro con piacere col Comitato Unesco Jazz di Livorno.

Da un paio di anni, condividendone il manifesto ed i principi morali sull’arte, faccio parte del Collettivo di tutela culturale degli Skimmers, con i quali ho iniziato un percorso che sarà sicuramente lungo e proficuo.

 

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