“L’ETICA È LA NOSTRA ARMA, IL RIFIUTO È LA NOSTRA STRATEGIA”.

Le Verità della Memoria 06-19 luglio 2024

Nonostante l’argomento delicato, abbiamo preso questo evento come una festa.

Il duro lavoro era stato fatto, ormai; le opere tanto discusse tra noi, gli adempimenti burocratici, le persone da coinvolgere, la progettazione dell’allestimento, il catalogo, il press kit, la diffusione ai media; rimaneva soltanto da allestire.

L’allestimento di una mostra collettiva deve fare sempre i conti con l’ego e la sensibilità degli artisti, ma per noi, che ormai ci siamo scoperti amici, è stato un momento giocoso.

Il giorno dopo avevamo il vernissage: 6 luglio. Già: 6 luglio, ossia: caldo, sole e maestrale, le condizioni perfette per il livornese al mare fino a tarda serata.

I giornali avevano fatto il loro lavoro, dedicandoci ampi spazi, e anche noi avevamo invitato un sacco di gente, ma siamo a Livorno!

Un po’ di preoccupazione c’era.

Nell’attesa dell’apertura ci guardavamo negli occhi e ci dicevamo: ora arrivano, tranquilli!

Ma ognuno di noi lo diceva più a sé stesso che agli altri.

Pian piano le persone hanno cominciato ad affluire e quando finalmente potevamo dire di aver vinto sul meteo, abbiamo dato l’ok a Pardo, che ha aperto l’evento cantando “Totenweg”, una toccante canzone che narra appunto le atrocità delle stragi.

Ha destato molto interesse il progetto di Enea Nottoli: “La memoria in soffitta”, parte integrante della mostra.

Enea, professore di italiano in una scuola media di Capannori, ha chiesto ai suoi alunni di portare in classe un oggetto risalente alla Seconda guerra mondiale.

I ragazzi gli hanno portato di tutto, da elmetti, a diari, a documenti del tempo, foto, spesso oggetti di cui non si conosceva la natura, ma che erano nelle loro case da molto tempo.

Ci siamo trattenuti fino alla chiusura della Biblioteca, dopodiché un po’ stanchi, ma decisamente contenti, siamo andati tutti insieme a fare una pizzata.

La settimana successiva la nostra Romina Questa ha presentato il romanzo: “Fronde metalliche” che nonostante non parli specificatamente delle stragi descrive quella socialità malata che costituisce terreno fertile per dittature ed estremismi.

In quell’occasione è venuta a trovarci una troupe di Telegranducato – l’emittente TV locale – che ha intervistato l’autrice. Inutile dire che durante l’intervista eravamo tutti dietro la telecamera a ridacchiare perché nessuno di noi avrebbe voluto essere al posto di Romina, che però ha affrontato la telecamera con apparente nonchalance.

L’evento deve essere piaciuto anche a Telegranducato, perché poi sono tornati la settimana successiva per documentare il talk show.

La nostra Barbara era in veste di moderatrice del dibattito che aveva ospiti:
Pardo Fornaciari – uomo di una cultura immensa, artista egli stesso, che ha dedicato molta parte della sua attività al Coro Garibaldi d’Assalto di cui è direttore;

Lido Lazzerini – sopravvissuto alla strage di Mommio, all’epoca aveva 4 anni. Ha dedicato gran parte della sua vita a denunciare e a chiedere giustizia per quanto ha subito;

Gino Niccolai – presidente ANPI provinciale Livorno

Sergio Bacci – presidente ANPPIA Livorno

Enea Nottoli – ideatore del progetto: “La memoria in soffitta”

Durante il talk è intervenuto anche Luca Baiada, magistrato della Corte d’appello militare di Roma, che era tra il pubblico.

A seguire, presso Villa Trossi, abbiamo messo in scena la pièce teatrale “Le verità della memoria” scritta a quattro mani da Luigi Bruno e Ephraim Pepe.

L’emozione era alle stelle, la tensione palpabile.

Il coinvolgimento emotivo dovuto alla consapevolezza che le storie raccontate – pur inserite in un contesto immaginato – fanno riferimento a fatti e persone veramente esistiti, in aggiunta alle varie difficoltà organizzative che una prima immancabilmente ti regala, hanno messo a dura prova sia Ephraim, navigato attore e sceneggiatore, sia Luigi, il quale, alla sua primissima esperienza teatrale, è rimasto in uno stato di semicoscienza per tutta la serata.

Solo il lunghissimo applauso finale ha rotto gli argini dell’emotività dei due, che finalmente, con la gioia nel cuore, hanno risposto alle numerose domande della platea.

Una serata indimenticabile.

Da quella serata sono nati nuovi contatti che potrebbero portare lo spettacolo oltre i confini nazionali, ma noi, per scaramanzia, non diciamo altro.

Il risultato più eclatante di questo evento è l’essere riusciti a riunire così tante persone attorno ad un argomento che costituisce ancor oggi una ferita aperta per il nostro Paese.

Chissà se tutto ciò può servire a lenire, a guarire e a fare da anticorpo a ciò che purtroppo sta succedendo oggi in Italia e nel mondo.

Noi Skimmers ci proviamo.