“L’ETICA È LA NOSTRA ARMA, IL RIFIUTO È LA NOSTRA STRATEGIA”.

LE VERITA' DELLA MEMORIA

Verso la fine del 2023 fummo contattati per realizzare un’esposizione a Sant’Anna di Stazzema in occasione dell’ottantesimo anniversario della ricorrenza delle stragi nazifasciste del ’44.

La cosa ci onorò moltissimo, ma volevamo evitare di fare una mera passerella commemorativa; l’argomento richiedeva – a nostro avviso – un approccio profondo che non poteva limitarsi alla semplice collettiva d’arte.

Ci fu chiaro, sin dalle prime battute, quello che era nostra intenzione fare: oltre al momento espositivo ci servivano anche un momento di teatro e un momento di incontro per parlare della memoria e darle un senso ulteriore.

Questo cominciò a crearci non pochi problemi, era ovvio che l’artista non dovesse parlare,  tanto che alla fine il nostro contatto in Sant’Anna si dileguò.

Ma noi eravamo decisi ad andare avanti, anche perché scoprimmo, grazie al Prof. Lido Lazzerini, (sopravvissuto alla strage di Mommio, che è poi diventato un nostro grande amico) che oltre alla narrazione ufficiale delle stragi, ve n’era anche una più sottaciuta, e su quella concentrammo le nostre ricerche.

Visitammo i luoghi della strage di Sant’Anna, il museo della resistenza, il Mausoleo delle vittime, ovviamente cominciammo a lavorare alle opere e alla pièce di teatro, un insieme che affinavamo ogni settimana in lunghe e dibattute riunioni.

L’evento si stava facendo grosso, perché coinvolgeva, tra artisti, attori, intellettuali, associazioni, circa una quarantina di persone.

Era necessaria una location, che individuammo nella Biblioteca dei bottini dell’olio di Livorno.

Proponemmo il progetto all’assessore alla cultura di Livorno, che accolse subito con entusiasmo la nostra iniziativa e dopo una lunga procedura burocratica finalmente ottenemmo lo spazio e i patrocini del Comune.

Da lì in avanti le cose sono andate in discesa: abbiamo coinvolto l’Associazione Nazionale Partigiani (ANPI), l’associazione nazionale perseguitati politici (ANPPIA), Pardo Fornaciari, (intellettuale e profondo conoscitore della Resistenza), il prof. Enea Nottoli con il suo progetto “La storia in soffitta” realizzato da una terza media di Capannori e, ovviamente, Lido Lazzerini.

Le verità della memoria ci ha tenuti impegnati per circa un anno che abbiamo passato soprattutto a documentarci.


L’evento è stato incentrato su due cardini: uno, esplicito, che riguarda l’utilizzo della memoria come strumento di pace per il presente, partendo dalla frase di Primo Levi:

“La memoria è uno strumento molto strano, uno strumento che può restituire, come il mare, dei brandelli, dei rottami, magari a distanza di anni.”

Il secondo fulcro, più implicito, vuole offrire una narrazione alternativa delle stragi nazifasciste, che indugia maggiormente sulle ombre della nostra storia, anziché sulle luci, come invece preferisce fare il mainstream istituzionale: l’armadio della vergogna, le sentenze emesse e mai applicate, la giustizia di facciata per le vittime e le loro famiglie.

Anche l’ideazione e realizzazione delle opere ci han messo a dura prova: l’argomento pretendeva una delicatezza e una attenzione particolari, in ciò il gruppo è stato fondamentale per trovare il giusto equilibrio.

Nessuno di noi era abituato a ricevere critiche in fase di realizzazione; ognuno di noi ha un background culturale e un percorso artistico consolidato, le proprie abitudini, la propria etica, ma tutti noi siamo riusciti a mettere da parte i personalismi e ad accettare di mettersi in discussione.

Una discussione costruttiva che alla fine ci ha stupiti per la sua efficacia e per come ci abbia uniti come gruppo.

Altra storia la redazione dello spettacolo, affidato a Luigi Bruno ed Ephraim Pepe, che hanno lavorato testa testa.

Ci aggiornavano puntualmente su ogni progresso, ma quando hanno infine detto “siamo pronti” e abbiamo assistito ad una prima prova (con tanto di attori amici) siamo rimasti sbalorditi per l’intensità di quello spettacolo, che Luigi e Ephraim ci raccontano così:

Una narrazione corale di sei personaggi che raccontano una storia vissuta e vista da sei punti diversi.

Sei diverse verità su un eccidio offerte per un giudizio finale.

I nostri protagonisti ripercorrono la loro vita da circa un anno prima dell’eccidio fino al giorno dell’inaugurazione del Parco della Pace di Sant’Anna di Stazzema, raccontando il loro punto di vista, la loro verità sulla memoria che condividono, passando dalla faticosa vita in un piccolo paese isolato dal mondo durante la guerra, al giorno dell’eccidio e i giorni seguenti fino al ritrovarsi tutti alla cerimonia con il presidente Pertini.

Giunti al 1982 c’è voglia di far conoscere la verità sull’eccidio a tutto il mondo, ma ci si interroga anche su cosa possa causare la verità in quegli anni pesanti come il piombo, anni in cui la politica estremista combatteva a suon di bombe, uccisioni e gambizzazioni.

Gli animi incamiciati di nero si erano risvegliati uscendosene con attentati vari tra i quali la stazione di Bologna, forse il più tragico, e -come oggi- c’è paura che quei giorni vissuti nel ’44 possano tornare.

Fu in quegli anni che chi aveva vissuto eventi simili, durante l’ultima guerra, tornò a ricordare e a ritrovare il coraggio di parlarne.

La nostra storia parla di Sant’Anna di Stazzema, dei suoi abitanti che hanno vissuto lì i giorni della difesa nazista della Linea Gotica, ma potrebbero essere gli abitanti di qualsiasi altro borgo d’Italia che ha vissuto, in date diverse, la stessa storia.

I bambini, i ragazzi appena ventenni e anche i militari che vissero quel 12 di agosto del ’44 in quei boschi, le borgate e la piazzetta dinnanzi a quella chiesa, si ritrovano per caso o per destino a calpestare le stesse pietre, a cercare gli stessi ricordi.

A Sant’Anna, nella realizzazione del Parco della Pace, nonostante i monumenti, le opere d’Arte e i musei, sembra che qualcuno abbia provato a cancellare quanto è accaduto: le mura esterne della chiesa, scalfite dai proiettili, sono state portate a nuovo e così molti altri edifici, ma un’atmosfera densa di dolore grida ancora oggi “ricordate”: quella mano, quel qualcuno che ha nascosto le testimonianze più vive di ciò che è accaduto, non potrà mai nascondere, modificare o anche solo offuscare la memoria.

La storia, pur essendo di fantasia, nasce da testimonianze di episodi realmente vissuti 80 anni fa, episodi documentati in video interviste fatte negli ultimi anni ai sopravvissuti di diverse stragi nazifasciste, episodi che abbiamo raccontato con una narrazione che cammina sulla sottile lama della Verità.

Lo spettatore, giudice finale, al termine dello spettacolo decide in cuor suo quale delle verità far propria.

Talkshow "Le Verità della Memoria" 19.07.2024

Pardo Fornaciari Canta: “TOTENWEG"

Presentazione del Libro: "La Terra Più Amata"

Lo spettacolo "Le Verità della Memoria" 19.07.24

Presentazione libro Romina Questa "Fronde Metalliche" 13.07.24

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA

Fra il 1943 e il 1945 decine di migliaia di persone furono vittime di 2273 stragi brutali compiute da nazisti e repubblichini lungo tutto il territorio del nostro paese. Un elenco tragico e infinito che comprende nomi ormai noti e tanti altri completamente sconosciuti: Stazzema, Marzabotto, Fivizzano, Conca della Campania, Barletta, Fossoli, Matera, Capistrello e cento altri comuni. Nei mesi successivi alla Liberazione, molti dei colpevoli furono individuati e su di loro furono aperti procedimenti penali. Ma nel 1947 una mano ignota mise tutto a tacere, e i fascicoli con i nomi dei responsabili di quelle stragi finirono sepolti dentro un armadio custodito in un palazzo di via degli Acquasparta, a Roma, sede della Procura generale militare. Non ci furono istruttorie, non ci furono processi. Tutto fu avvolto nel silenzio. Grazie a quell’armadio gli assassini hanno goduto di oltre mezzo secolo di impunità. Grazie a quell’armadio è stata consumata l’ingiustizia più grande nei confronti del popolo italiano. Prefazioni di Gian Carlo Caselli e Giovanni Maria Flick.

Per più di trent’anni, centinaia di fascicoli sono rimasti sepolti in un armadio chiuso da un lucchetto, con le ante voltate verso il muro. Lì dentro c’erano storie che si voleva dimenticare: le storie degli eccidi nazifascisti che nel terribile periodo dell’Occupazione dal 1943 al 1945 hanno insanguinato l’Italia. Quando finalmente l’Armadio della Vergogna è stato aperto, ne sono usciti descrizioni di crimini, nomi di presunti colpevoli, testimoni, fotografie, mappe, interrogatori: insomma, tutto ciò che serve per avviare un’indagine e arrivare a un processo. Il giudice che ha dato il via a quelle investigazioni, Marco De Paolis, ci racconta come è riuscito a istruire i processi per individuare i colpevoli di quegli eccidi. La storia di una vita al servizio dello Stato, di indagini compiute a costo di sacrifici personali, affrontando insidie e pericoli, con il coraggio e il senso di giustizia di chi sa qual è il suo dovere: quello di dare risposte ai superstiti e ai discendenti delle vittime, a chi ha subito la più grande delle ingiustizie. Età di lettura: da 10 anni.

La caccia ai nazisti spiegata ai bambini di Luca Baiada

Recensione critica del libro: “L’uomo che dava la caccia ai nazisti”

(consultato febbraio 2025)

Luca Baiada, magistrato della Corte d’appello militare di Roma, in un lucido articolo critica la narrazione offerta dal libro del collega Marco De Paolis.
“Come parlare di giustizia sui crimini internazionali ai bambini? Nelle scuole ci sono quelli di paesi colpiti. Ci si può rivolgere ai piccoli ucraini, palestinesi, africani. Ed è meglio farlo senza discorsi sfuggenti sul senso stretto della giustizia. Si potrebbe domandare così, per esempio a un ucraino. Senti: i tuoi cari uccisi dai russi; le prove, nascoste per mezzo secolo; quando le ritrovano, si scrivono condanne ma non si eseguono, i colpevoli restano in Russia e la Russia non paga risarcimenti; un magistrato che ha fatto le indagini, ucraino come te, riceve un’onorificenza russa e scrive un libro per bambini. Cioè, un libro per i tuoi nipoti, perché tu sei diventato nonno. E magari con figli e nipoti hai qualche problema perché hai sofferto tanto, quindi hai un brutto carattere. Che ne dici?”

Atlante delle stragi naziste e fasciste

(consultato febbraio 2025)

L’Atlante delle stragi naziste e fasciste – che raccoglie i risultati della ricerca condotta – si compone di una banca dati e dei materiali di corredo (documentari, iconografici, video) correlati agli episodi censiti, ospitati all’interno del sito web. Nella banca dati sono state catalogate e analizzate tutte le stragi e le uccisioni singole di civili e partigiani uccisi al di fuori dello scontro armato, commesse da reparti tedeschi e della Repubblica Sociale Italiana in Italia dopo l’8 settembre 1943, a partire dalle prime uccisioni nel Meridione fino alle stragi della ritirata eseguite in Piemonte, Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige nei giorni successivi alla liberazione. L’elaborazione su base cronologica e geografica dell’insieme dei dati censiti ha consentito la definizione di una ‘cronografia della guerra nazista in Italia’, che mette in correlazione modalità, autori, tempi e luoghi della violenza contro gli inermi sul territorio nazionale.

Museo nazionale della Resistenza

(consultato febbraio 2025)

Il Museo Nazionale della Resistenza di Milano offre al visitatore un’immagine aggiornata e complessa della Resistenza, inserendola nel contesto europeo e nel lungo periodo; fornisce documenti, scenari e narrazioni per far conoscere la storia dell’Italia in età contemporanea e stimolare un dibattito funzionale a costruire una cittadinanza consapevole, fondamentale per l’identità nazionale e la repubblica democratica.

La memoria di chi ha combattuto per restituire all’Italia la libertà va conservata e trasmessa, non per riprodurre divisioni, ma per consolidare e diffondere, specialmente tra le giovani generazioni, la consapevolezza del valore inestimabile della democrazia e della libertà

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica

Museo storico di Sant’Anna di Stazzema

(consultato febbraio 2025)

Il Museo Storico di Sant’Anna di Stazzema è stato inaugurato nel 1982, dal Presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini, ed è dedicato ai temi della Seconda Guerra Mondiale, della Resistenza e degli atroci eccidi nazi-fascisti. Il percorso museale accompagna i visitatori con una narrazione che parte dalla data dell’armistizio del settembre 1943 per arrivare ai terribili eventi dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, avvenuto all’alba del 12 agosto 1944, in cui morirono per mano dei nazi-fascisti circa 540 persone tra uomini, donne e bambini. Al suo interno il Museo è ricco di contenuti multimediali e di un importante centro di documentazione (Archivio e Biblioteca). È possibile visitare i luoghi che furono il doloroso teatro dell’eccidio: la piazza della Chiesa e i borghi del paese su cui si abbatté la furia omicida dei nazi-fascisti. Nel percorso è possibile seguire delle opere artistiche che raffigurano la via Crucis, ponendo a parallelo tra la passione di Gesù Cristo e i principali avvenimenti della strage di Sant’Anna, Luogo simbolico è il Monumento Ossario, il sacrario dove riposano le vittime della strage, in un punto panoramico che abbraccia idealmente tutta la Versilia.

Museo audiovisivo della Resistenza delle province di Massa Carrara e La Spezia

(consultato febbraio 2025)

Il Museo Audiovisivo della Resistenza è gestito dall’Associazione Museo Storico della Resistenza, attualmente presieduta dal Dott. Massimo Dadà e che conta tra i suoi soci le due province di Massa Carrara e La Spezia, i comuni di Massa, Carrara, Fosdinovo, Sarzana, La Spezia, Lerici, Castelnuovo Magra, Arcola, Ortonovo e Tresana, l’Istituto Spezzino per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, l’Istituto Storico della Resistenza Apuana e le ANPI delle due province e di ogni comune socio, il Comitato Provinciale Unitario della Resistenza della Spezia e la SPI CGIL della Liguria e della Toscana. Grazie a un bando pubblico, da marzo 2012 il Museo è gestito dall’Associazione Archivi della Resistenza – Circolo Edoardo Bassignani.

Nello Statuto dell’Associazione Museo Storico della Resistenza si legge che tale associazione:

ha lo scopo di promuovere quotidiana testimonianza dei valori di libertà, democrazia e giustizia sociale che hanno ispirato la Resistenza e che stanno alla base della Costituzione della Repubblica italiana.

Associazione Martiri Sant'Anna di Stazzema 12 Agosto 1944

(consultato febbraio 2025)

Nata nel 1971, l’Associazione Martiri di Sant’Anna ha lo scopo di mantenere vivo il ricordo e la memoria dell’eccidio, valorizzare il sacrificio delle vittime e stimolare le istituzioni locali e centrali ad un impegno concreto per assicurare un futuro a Sant’Anna di Stazzema e alla sua memoria. È impegnata a portare avanti la ricerca di una verità giudiziaria anche in Germania. Nel corso degli anni ha collaborato alla realizzazione di tutte le iniziative organizzate a Sant’Anna, ha offerto il proprio contributo a tutte le attività di commemorazione e alle celebrazioni ufficiali che si sono svolte negli anni. Collabora con il Museo Storico, assicurando la presenza e la testimonianza di superstiti in occasione di visite o di iniziative.

Questo è il libro presentato all’evento organizzato da ANPPIA a cui abbiamo partecipato.

Ormai alla terza edizione, ampiamente aggiornata, questa è la prima antologia di letteratura palestinese moderna e contemporanea, pubblicata in Italia. Vi sono raccolte poesie, brani di romanzi, racconti brevi.
Quella palestinese è una letteratura prevalentemente in lingua araba, che presenta caratteristiche e tradizioni proprie.
Nelle pagine di questa letteratura poco nota al grande pubblico, il dramma storico
di un popolo e la nostalgia per la terra negata assumono valenza universale, nelle trame delle storie di vita e nella scansione dei versi.
Un dramma collettivo si fa emblematico della condizione umana; non solo dei diseredati e dannati della terra, ma anche, di riflesso, della nostra. L’amore, l’esilio, la resistenza e la lotta all’oppressione, persecuzione e prigionia, il diritto alla vita senza rinuncia alla propria identità: tutti questi temi sono sofferti attraverso la memoria, restituiti e filtrati da una originale trasmissione nel testo letterario.

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Dicono di Noi

“Una mostra dai rateggi artistici che nella memoria ha la sua forza… Emozioni di un passato che riecheggiano ancora oggi per un domani migliore”

Paolo C.

Visitatore Mostra "Le Verità della Memoria"

“…Erano interessati alle forme artistiche per raccontare la storia, quella vera, quella delle stragi, quella di chi le ha fatte sparire dalla scena pubblica cambiando per sempre il corso della storia dell’Italia…

A questo s’ispiravano, cercando verità.”

Lido Lazzerini

Sopravvissuto alla Strage di Mommio

“Ho cantato per loro un pomeriggio
A Livorno, su nella biblioteca
Era un’esposizion, quasi un miraggio
Dove ho scoperto queste schiumarole
Che col pennello il bulino il colore
Del tempo nostro rivelano l’orrore”

Pardo Fornaciari

Cantastorie e Scrittore

“Le memorie sono le nostre radici e ci aiutano ad essere migliori(o così dovrebbe essere). Grazie a tutti, siete fantastici!”
Massimo G.

Visitatore Mostra "Le Verità della Memoria"